Andropausa: come riconoscerne i sintomi

andropausa

Cosa si intende col termine Andropausa

 

L’andropausa (identificata come menopausa maschile), etimologicamente, è un termine inesatto. Infatti, volendo paragonare l’evento maschile a quanto accade nella donna, che viene identificato come menopausa, nell’uomo non vi è, in vero, nessuna “pausa”. La pausa nella donna identifica la fine dei cicli mestruali; cosa che non ha eguali nell’uomo. Si ritiene, dunque, più opportuno parlare di “climaterio maschile”.

Nell’uomo si assiste ad una sindrome clinica, a lunghissimo decorso, causata dal lento calo dell'ormone maschile, il testosterone; condizione che può portare all’insorgenza di un ipogonadismo. Il testosterone, nell’uomo con oltre 30 anni di età, si abbassa progressivamente, favorendo l’insorgenza di malattie come diabete mellito, osteoporosi e malattie dell’apparato cardiovascolare. La più comune manifestazione nell'uomo è l’insorgenza di uno stato di irritabilità che spesso sfocia in una sindrome depressiva.

Questo calo ormonale non si manifesta in ogni maschio adulto, né si presenta in misura uguale per tutti e non mostra sintomi chiari e ben identificati. Un uomo, anche se in età avanzata, può essere comunque in grado di avere rapporti sessuali e procreare in quanto ancora fertile.
Ed proprio per questo, che i termini “menopausa maschile” o di “andropausa” non sono corretti. Si deve invece correttamente parlare di parziale deficienza androgenica nel maschio di età avanzata.

 

Il Testosterone

Gli ormoni sessuali maschili, dopo la pubertà, vengono prodotti dai testicoli. Una quota di gran lunga inferiore, la producono il surrene e il fegato. Parliamo di ormoni come il deidroepiandrosterone –DHEA-, l’androstenedione e diidrotestosterone –DHT. L’ormone responsabile dello sviluppo dei caratteri sessuali maschili è il testosterone e la sua azione, anche in età adulta, non si limita a stimolare la libido e la funzione sessuale, ma è imprescindibile per la crescita di tessuti come muscoli, adipe sottocute, cute.

 

Andropausa

 

Cosa comporta la riduzione dei valori di testosterone

Vediamo ora cosa accade quando si verifica la sindrome da carenza di androgeni nel maschio in età avanzata. Una riduzione dei valori di testosterone, può provocare in prima istanza, un calo del desiderio nei confronti del partner, con una riduzione anche sensibile dell’attività sessuale in genere. Le erezioni calano significativamente fino ad essere assenti (disfunzione erettile) e si verifica anche una riduzione delle erezioni notturne.

In concomitanza, per l’azione che esercita il testosterone sulla ghiandola prostatica, si può notare anche una riduzione del volume dell’eiaculato. Il periodo refrattario, ossia quello necessario affinché si abbia una nuova erezione, dopo aver avuto un orgasmo eiaculatorio, tende ad aumentare, fino a raggiungere in alcuni casi, giorni. Altri sintomi tipici dell’”andropausa” sono, l’aumento del peso corporeo con accumulo del grasso a livello dei fianchi, (maniglie dell’amore), dell’addome (con la classica pancetta) e dei glutei.

Si può verificare inoltre una riduzione della massa magra, con depauperamento della forza muscolare. L’aumento della massa grassa si manifesta localizzazione a livello del grasso mesenteriale. Una classica manifestazione che noi  tutti abbiamo avuto l’occasione di notare nei nostri nonni, è la comparsa della ginecomastia, ossia l’aumento di volume della mammella maschile, che genera l’immagine di un piccolo seno cadente, mentre a livello testicolare si assiste ad una riduzione volumetrica dei testicoli.

Contemporaneamente alle modifiche dell’habitus, si associano importanti alterazioni metaboliche, con un aumento del rischio di fratture ossee, legato alla rarefazione della densità del calcio depositato nella matrice ossea, fino a giungere a quadri di grave osteoporosi. Si possono inoltre associare turbe del metabolismo del colesterolo HDL con aumento del colesterolo LDL e conseguente aumento di incidenza di patologie cardiovascolari. L’uomo adulto che giunge in un periodo di climaterio maschile, spesso presenta disturbi dell’umore, dell’attenzione e dell’apprendimento con facile irritabilità, insonnia, astenia generalizzata, assenza di motivazione e calo dell’autostima, fino a gravi quadri di depressione.
 

 

Cosa fare in caso di sintomi da Climaterio Maschile

Quando tutte o alcune di queste condizioni in maniera più o meno preoccupante, si presentano, è opportuno rivolgersi al proprio andrologo di fiducia, per programmare le analisi cliniche e le indagini necessarie nonché per impostare un eventuale trattamento.

L’andrologo, in base al colloquio e in seguito a una visita andrologica, potrà valutare se ci si trova di fronte ad un quadro riconducibile ad “andropausa”. In seconda istanza, valuterà se la sua supposizione debba essere supportata o meno da analisi ematochimiche, ormonali e/o da indagini strumentali, come l’eco color Doppler testicolare e/o penieno, la mineralometria ossea MOC.

Dal punto di vista ematochimico, potrà essere utile richiedere alcune analisi ematiche, per indagare la situazione ormonale (il dosaggio del testosterone, degli ormoni ipofisari e della proteina che lo veicola nel sangue –SHBG-). Potranno essere richieste a seguito delle indagini definite di primo livello, accertamenti specifici di secondo livello. Il ruolo dell’andrologo è quello di restituire al paziente una buona qualità di vita, normalizzando le alterazioni endocrine che portano al climaterio maschile, instaurando poi una sindrome multifattoriale di forte complessità.

 

Per prenotare una visita e valutare eventuali sintomi riconducibili ad Andropausa chiamami al Tel. 3358159508 - 06 54282073 o scrivimi alla mail antoninolagana@gmail.com.

 

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