Biopsia Prostatica Fusion

biopsia prostatica fusion

Cos'è la biopsia prostatica fusion?

La metodologia di Biopsia Prostatica Fusion

La biopsia prostatica fusion è una recentissima procedura Eco-RM che utilizza algoritmi e strumenti hardware per “fondere” le immagini ottenute dalla Risonanza Magnetica all’ecografia transrettale. La metodologia fusion garantisce una maggiore precisione della biopsia classica. Quest'ultima, infatti, presenta una percentuale non trascurabile di falsi negativi, ossia di biopsie che non mostrano evidenza del tumore che invece è presente nella ghiandola. Ciò è dovuto alla necessità di effettuare biopsie casuali e non “mirate”.

 

 

Come viene eseguita una biopsia prostatica fusion?

La procedura prevede alcuni passaggi: in primo luogo si effettua un incorniciamento della ghiandola, attraverso le immagini della risonanza; successivamente si evidenziano le lesioni meritevoli di approfondimento bioptico. Si procede, quindi, a contornare anche le immagini ecografiche acquisite dall’operatore con la sonda transrettale, che il software va ad elaborare in scala tridimensionale. A questo punto avviene la fusione vera e propria delle immagini processate in risonanza magnetica e in ecografia. L'operatore, quindi, osserva su uno schermo la struttura tridimensionale della ghiandola, con le zone sospette in evidenza, per compararle su un altro schermo con le immagini ecografiche in tempo reale.

 

Quali sono i vantaggi della biopsia prostatica fusion?

Vantaggi Biopsia Prostatica FusionIl software consente di simulare una biopsia prostatica in base a un sistema di tracciamento incorporato e reso valido dalle misurazioni effettuate. In questo modo, si può verificare se la lesione bersaglio è stata campionata. Ciò consente eventualmente di fare più prelievi in parti diverse, se l’area alterata è di dimensioni adeguate. La possibilità di tener traccia dei prelievi effettuati consente, inoltre, in caso di biopsia negativa, la ripetizione della procedura. Inoltre, consente di effettuare nuovi prelievi su zone non precedentemente coperte. In questo modo, si ottiene una “saturazione in due tempi”, senza lo svantaggio di prelevare campioni dallo stesso sito, ma solamente il parenchima prostatico ex novo. 

Risulta particolarmente efficace nelle rebiopsie, limitando anche il numero dei prelievi e le complicanze eventuali. Vi sono numerose evidenze scientifiche che dimostrano come questa metodica possieda una precisione superiore nell’identificare un tumore prostatico clinicamente significativo. È stato dimostrato che la biopsia Fusion identifica il 30% dei tumori ad alto rischio in più rispetto alla semplice biopsia eco-guidata.

 

Leggi la relazione tecnica Koelis: UROSTATION KOELIS è attualmente l'unico sistema dotato di un software di fusione, delle immagini prostatiche in 3D, tra risonanza magnetica ed ultrasuoni. 

 

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