Possono essere classificate in due categorie, con batteriuria asintomatica e la nota infezione comunemente chiamata cistite. Nel primo caso ci si trova spesso di fronte ad una contaminazione batterica delle basse vie urinarie il più delle volte con urinocoltura positiva e sintomi assenti. Un sintomo associato assai di frequente in questi casi è la pollachiuria , ovvero la necessità di svuotare continuamente la vescica con emissione di una quantità modesta di urina. In presenza invece di una infezione conclamata alle vie urinarie i sintomi principali sono dolore durante la minzione, soprattutto alla fine della stessa, difficoltà urinaria definita come disuria, la necessità di svuotare la vescica fino a 15-20 volte al giorno, definita con i termine di pollachiuria e la stranguria cioè la sensazione di intenso bruciore alla minzione. Oltre i sintomi sopra descritti, si può associare uno stato febbrile più o meno grave talvolta associato a brivido intenso, definito febbre uro settica. Se non adeguatamente trattata il quadro si può ulteriormente aggravare, con la comparsa di sangue visibile nell’urina che costituisce motivo di allarme e forte ansia e possibile coinvolgimento anche renale.
Quali sono le categorie maggiormente colpite
Sicuramente rara nel bambino , in epoca peripuberale sono più colpite le donne a causa di mutate abitudini naturali e fisiologiche che coincidono con l’inizio di attività sessuale, mentre in questa epoca sono abbastanza rare negli uomini. L’incidenza aumenta sensibilmente dopo i 50 anni fino a coinvolgere 1/5 della popolazione sia maschile che femminile. Nell’uomo è da imputare alla insorgenza di un progressivo aumento del volume della ghiandola prostatica, che determina un cattivo e patologico svuotamento vescicale, con sensibile presenza di ristagno vescicale. Questa condizione, facilita le infezioni del basso tratto delle vie urinarie. Nelle donne è invece legata oltre che da alterazioni ormonali post menopausa, con diminuzione delle difese mediate dagli estrogeni, anche dalla pressoché costante presenza di prolasso vescicale di entità variabile, che anche qui come nell’uomo, determina una condizione di cattivo svuotamento vescicale e conseguente ristagno post minzione.
Quali sono le cause?
Come già descritto in precedenza spesso sono le alterazioni anatomiche che insorgono negli anni a carico di tutto l’apparato escretore. In particolare nella vescica, in relazione all’aumento pressorio intravescicale, possono formarsi estroflessioni vescicali denominate diverticoli, in pratica piccole o grosse protusioni erniarie della parete vescicale legate al possibile quadro ostruttivo che viene a determinarsi in età avanzata o a causa di malformazioni anatomiche a carico dell’uretra che determinano accumulo di germi e cattivo svuotamento.
Cause ostruttive o dinamico funzionali, come la ipotonia o atonia vescicale, inginocchiamento dell’uretere da anomala discesa di uno dei due reni soprattutto nella donna quando soggetta a rapido dimagramento, possono indurre infezioni ricorrenti del basso tratto delle vie urinarie. Altre motivazioni sono da ricercare sempre nella donna a causa della brevità dell’uretra, che essendo più corta che nell’uomo, risulta vicina allo all’orifizio vaginale, favorendo la contaminazione diretta dei batteri che risalgono attraverso l’uretra nella vescica.
Una adeguata attenzione all’igiene intima, costituisce una ottima prevenzione delle infezioni ricorrenti, preferendo ad esempio la doccia invece che il bagno, in quanto si svolge in condizioni igieniche migliori, cosi come l’igiene dopo essere andati di corpo, richiede una adeguata e consapevole istruzione per evitare la contaminazione ano vagina nella donna.
Come prevenire le infezioni urinarie
Particolari attenzioni. possono ridurre il rischio di incorrere in una infezione delle vie urinarie, come l’attenzione nell’uso di prodotti che irritano l’uretra, una corretta igiene intima prima e dopo i rapporti sessuali, una adeguata idratazione bevendo molta acqua, urinare dopo un rapporto sessuale, regolarizzare l’intestino.
Diagnosi
La diagnosi delle infezioni delle vie urinarie si basa sull’esame delle urine semplice e colturale unitamente se positivo ad un antibiogramma per una mirata terapia antibatterica. In casi particolari si deve ricorrere ad indagini strumentali come ecografia renale vescicale e prostatica nell’uomo, esami urodinamici sia non che invasivi ed una cistoscopia.
Trattamenti
Non sempre il trattamento delle infezioni delle vie urinarie si basa sulla somministrazione di farmaci antibatterici.
In primo luogo va rimossa la causa che interviene nell’insorgenza di un fenomeno infiammatorio e in casi indicati si può ricorrere a terapia specifica su indicazione dell’antibiogramma previo consulto del curante per un periodo adeguato. L’abuso di antibiotici porterà ad una selezione di ceppi batterici resistenti che renderanno il percorso di guarigione molto difficile.